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NEUROSCIENZE E ACUFENE

Il sistema somatosensoriale è paragonabile al circuito elettrico di una casa, fatto di fili e cavi che provengono da diverse stanze (aree della testa) ma che poi convergono in un’unica centralina (cervello). In termini scientifici, il sistema somatosensoriale si compone di neuroni periferici (presenti nella cute, nei muscoli, nelle articolazioni, ecc..) e neuroni centrali (del midollo spinale e dell’encefalo).

Questo complesso circuito registra ogni stimolo proveniente da movimenti, pressione, e dolore, proveniente dall’area cervico cranio facciale (testa e collo), inclusa l’area proveniente dai nuclei cocleari (neuroni che iniziano nell’orecchio interno che raccolgono gli input sonori provenienti dal mondo esterno). Quando sentiamo un suono i nuclei cocleari sono attivi e informano il cervello in merito alla localizzazione, tipologia, intensità, e frequenza del suono stesso.

I nuclei cocleari normalmente non sono silenti, bensì inviano sempre dei messaggi elettrici alla parte superiore del cervello: tale attività di bassa frequenza elettrica di riposo è definita come l’attività spontanea dei nuclei cocleari. Purtroppo, l’attività spontanea viene modificata e l’acufene può essere percepito quando iperattiviamo i muscoli della mandibola, serriamo la bocca di durante il sonno, o quando i muscoli del collo sono contratti. Fortunatamente una volta che tali meccanismi sono consolidati nella quotidianeità servirà molto tempo prima che la persona percepisca l’acufene, poiché quest’ultimo è sempre legato ad uno o più meccanismi disfunzionali cronici dell’area cervico cranio facciale.

È pertanto importante correggere il prima possibile i fattori muscoloscheletrici dell’acufene cervicale e temporomandibolare.

 

ACUFENE CERVICALE

La colonna cervicale può generare o aumentare l’acufene. Le terminazioni nervose dell’area alta del collo e alcune aree del tronco encefalico (cervello) sono infatti in stretta comunicazione.

Esistono dei criteri clinici di valutazione che permettono al fisioterapista di stabilire se l’acufene di cui soffre la persona è dovuto ad un problema di cervicale, e quindi vi è possibilità che un fisioterapista specializzato possa essere di aiuto.

Il primo criterio è molto semplice: l’acufene non è causato dall’organo dell’udito, ovvero l’otorinolaringoiatra non ha trovato segni di patologie specifiche durante la visita. Un esempio di patologie specifiche che causano acufene sono la sindrome di Mèniére, infezioni e tumori all’orecchio.

Una volta stabilito che l’acufene non ha una causa specifica nell’orecchio, l’acufene cervicale ha sempre una caratteristica clinica che lo differenzia: l’acufene si percepisce più da un orecchio.

Al contrario, la qualità del suono è poco rilevante per determinare se l’acufene è di origine cervicale. Sia l’acufene cervicale che altri tipi di acufene non curabili con la fisioterapia specifica, possono essere infatti percepiti come:

  • Fischio
  • Ronzio
  • Suono metallico
  • sassi che si sfregano
  • neve calpestata
  • acqua che scorre nell’orecchio
  • altri…

 

ACUFENE TEMPOROMANDIBOLARE

L’articolazione temporomandibolare è spesso causa di acufene cronico. Le articolazioni temporomandibolari di destra e sinistra permettono di aprire e chiudere la bocca, parlare, masticare, soffiare, fischiare, e tante altre attività.

L’acufene temporomandibolare è tipicamente avvertito vicino all’orecchio e la mandibola spesso produce dei rumori o click strani durante le attività della bocca.Quando acufene e click si avvertono insieme, è molto probabile che l’acufene temporomandibolare possa essere migliorato da terapie odontoiatriche (byte) concomitanti alla fisioterapia specifica per l’acufene.

Spesso il fisioterapista identifica dei piccoli squilibri muscolari che possono essere corretti con esercizi specifici. In questo caso si parla di riabilitazione temporomandibolare, in quanto evidenze scientifiche recenti hanno dimostrato come sia essenziale ri-insegnare a muovere correttamente la bocca per migliorare la qualità della vita della persona anche nel lungo termine. Negli ultimi decenni è infatti emerso come terapia locali, anche se mirate (l’applicazione del solo byte o della solo fisioterapia manuale) NON siano in grado da sole di mantenere il beneficio clinico alla persona. Per questo motivo, una corretta fisioterapia dovrebbe includere:

  • esercizi da svolgere a casa in autonomia
  • controllo periodico fino al raggiungimento del recupero completo ovvero assenza di dolore e click assente o sporadico

 

ACUFENE MUSCOLARE

L’acufene muscolare è una forma trattabile di acufene temporomandibolare. I muscoli dell’area cranio facciale possono aumentare l’acufene in maniera considerevole. Il digastrico ad esempio, un piccolo muscolo posto alla base della bocca, spesso presenta delle contratture muscolari producenti un tipico acufene percepito come un “suono acustico” che svanisce in un minuto e riappare con movimenti intensi della mandibola (ad esempio serrando forte la bocca e sollevando la lingua).

L’acufene muscolare a volte è presente nella persona che soffre di bruxismo, che serra la mandibola di notte, o che ha molte parafunzioni durante la giornata ( succhiarsi il dito, mordersi il labbro, degrignare i denti, masticare frequentemente il chewing gum, ecc..)

 

 

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